Tre volte capitale, dell’Impero romano, del regno degli Ostrogoti E dell’esarcato Bizantino, Ravenna cela dietro l’apparente sobrietà delle facciate dei suoi palazzi una smoderata
ricchezza di dettagli e storie da ascoltare: biciclette che sfrecciano, campanelli che tintinnano e passanti fermi a confrontarsi nella
Piazza principale, quella del Popolo, centro civico, di una realtà sociale che, apparentemente simile ad altre in Italia, mostra una
dinamicità inaspettata.
Sette dei suoi otto monumenti, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, custodiscono gelosamente da più di 1500 anni un impareggiabile tesoro fatto di tessere preziose capaci di raccontare con i loro accostamenti cromatici lo splendore artistico di una città che, tra il V e il VI secolo d.C., fu uno dei principali centri del Mondo conosciuto. Si parte sempre dai mosaici, sono loro croce e delizia di questa città.
Gli itinerari sono tanti: c’è chi decide di farsi rubare l’anima dalle stelle del Mausoleo di Galla Placidia o dalla magnificenza della Basilica di San Vitale; chi si perde, ruotando su se stesso, nelle cupole del Battistero degli Ortodossi o in quella degli Ariani; chi percorre, avanti e indietro, con lo sguardo i cortei dei martiri e delle vergini della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo; e ancora chi confronta la riservatezza della Cappella di Sant’Andrea alla maestosità della Basilica di Sant’Apollinare in Classe.